sabato 21 febbraio 2009

CLOCHARD

Nel retrobottega dei pensieri che rattoppo
c'è già una bambola senza occhi che ha il tuo stesso nome
E mangia briciole di amore friabile, tabacco e bolle di sapone
Siamo invaghiti di sirene di polistirene
che sbraitano stonate le loro cantilene
innamorati del whisky che ci rende il sangue a bassa densità
nelle note di quei dischi vedi sputtanata esangue la tua intimità
e trovo sciocco che il mio cuore abbia il ritmo di un carillon
e trovo sciocco il tuo vestito e il tuo patetico bon-ton
c'è chi sceglie tra allegria e la raffineria
tra un business plan aziendale e un bicchiere in Vucciria
Gesù è un ansiolitico, non prenderlo se poi ci bevi sù
Questa mescolanza di fegati infiammabili
genera sentieri invalicabili, e più totem che tabù.
sinestesia per me è vedere il fa# viola
il germe che ti affascina è non restare sola
e quando calarsi le braghe assume la stessa funzione
di indossare camice, guanti e maschera di protezione
devo aver lastricato la noia a forma di me e di te
nell'estasi di un marciapiede quando ghettizzati ci si siede
ad invidiare i clochard, ad invidiare i clochard
stanchi di tutto quel phard, ad invidiare i clochard.

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